L'Insalata di CEO | 02.11.2025
Questa settimana: ancora successi per Bending Spoons, una startup nel settore della salute femminile affronta il dolore cronico e Substack fa una confessione importante.
Questa settimana: ancora successi per Bending Spoons, una startup nel settore della salute femminile affronta il dolore cronico e Substack fa una confessione importante.
“È solo l’inizio”
Se fosse quotata, avrebbe una capitalizzazione tra le prime 40 società di Piazza Affari per valore stimato.
La raccolta si compone di 270 milioni di capitale primario e 440 milioni di secondario, cui si aggiunge un pacchetto di finanziamento da 2,8 miliardi ottenuto per sostenere le ultime due acquisizioni: AOL e Vimeo.
Luca Ferrari — co-founder e CEO di Bending Spoons — ha dichiarato:
Questo momento rappresenta la conferma di dieci anni di lavoro e costituisce un importante riconoscimento per quanto abbiamo realizzato finora in Bending Spoons. Siamo ancora all’inizio del nostro percorso e abbiamo piani ambiziosi per continuare a investire e crescere.
Una startup per il dolore cronico femminile
Secondo diversi studi europei, una donna con dolore cronico di origine ginecologica attende in media otto anni prima di ricevere una diagnosi.
Dopo aver raccolto 750.000 euro e costruito una rete di 50 professionisti (ginecologi, ostetriche, fisioterapiste, psicologi), Hale oggi opera in diverse città italiane, con l’obiettivo di espandersi in Spagna.
Il servizio è pensato per donne che convivono con endometriosi, vulvodinia o altri disturbi complessi e difficili da diagnosticare, offrendo percorsi personalizzati online e in presenza.
Gaia Salizzoni — co-founder e CEO — ha dichiarato:
In Italia l’accesso e la cultura di prevenzione a cure ginecologiche standard ci sono e funzionano. Per fare un paragone, in Inghilterra le donne vanno molto meno dal proprio medico. Ma per i dolori cronici c’è un tabù. Ecco perché puntiamo tantissimo su un brand capace di parlare di questi argomenti con empatia. La maggior parte dei ginecologi non sono preparati su queste tematiche, i veri esperti si contano sulle dita di due mani. Ma i prezzi sono alti, con lunghe attese.
Il CEO di Substack confessa
Molti utenti se ne sono accorti negli ultimi mesi: Substack — la piattaforma nata per ospitare newsletter e contenuti longform — sta assumendo sempre più le sembianze di un social network con feed dinamico, formato breve tipo tweet, DM.
Mancava solo una conferma ufficiale. Ed è arrivata all’inizio di ottobre. Hamish McKenzie — co-founder di Substack — ha scritto così, proprio su Substack:
Substack is social media. Yes, okay. It is.
Poi McKenzie ha continuato spiegando quale tipo di social è:
Here, you have a media ecosystem with a different set of rules that serve you. This is a place for real human relationships built around stories and culture. The feed is designed to lead you to deeper experiences. Meaningful connection—not shallow attention—is the fuel for the whole machine.
La piattaforma ha ormai superato i 35 milioni di iscritti e, secondo i dati disponibili più aggiornati, ha generato oltre 300 milioni di dollari in pagamenti diretti dagli utenti ai creator.
Per CEO, founder e freelance di alto profilo, questo è un momento particolarmente favorevole per costruire una presenza sulla piattaforma: la crescita organica è alta, il numero di utenti aumenta e il formato longform permette di esprimere competenza ed expertise.
Scaling Tales, l’agenzia che cura questo editoriale e il personal brand di più di 25 CEO e founder, può aiutarti a farlo.
È tutto,
la redazione dell’Insalata di CEO





