L'Insalata di CEO | 19.10.2025
Questa settimana: un nuovo CEO per Armani, un round che porta l’intelligenza artificiale nei musei e alcuni calciatori che insegnano come si costruisce un personal brand.
Questa settimana: un nuovo CEO per Armani, un round che porta l’intelligenza artificiale nei musei e alcuni calciatori che insegnano come si costruisce un personal brand.
Un nuovo CEO per Armani
Il gruppo Armani ha nominato all’unanimità Giuseppe Marsocci come nuovo AD.
È la prima nomina dopo la scomparsa di Giorgio Armani e premia la lunga fedeltà del manager piemontese, che lavora nel gruppo da 23 anni e ne ha ricoperto tutti i ruoli chiave, da Milano a New York.
Giuseppe Marsocci — nuovo CEO — ha dichiarato:
L’obiettivo è sfidante tanto più in un mercato del lusso in profonda riflessione su sé stesso, ma è raggiungibile grazie al fondamentale contributo di un team di eccellenti clienti, fornitori, partner ed appassionati collaboratori in tutto il mondo ed in particolare a Milano, molti dei quali sono stati vicino al Signor Armani tanti anni. Insieme faremo di tutto per perpetuare il suo modello di azienda e la sua idea di bellezza, e sapremo portarla avanti con coerenza e sensibilità, tenendo conto dei valori e delle aspettative di un mondo che cambia.
L’AI entra nei musei
Amuseapp, startup nata come spin-off dell’agenzia di marketing Larin, ha chiuso un round pre-seed da 350.000 euro.
La piattaforma, già attiva in oltre 70 luoghi della cultura italiani (tra cui il Palazzo Ducale di Venezia), permette ai musei di creare in pochi giorni percorsi personalizzabili, multilingue e accessibili, grazie a un assistente AI chiamato amuseagent.
L’utente può “dialogare” con le opere, ricevere contenuti adattati alla propria età, lingua e livello di preparazione, anche in forma gamificata.
Marco Da Rin Zanco — CEO di Amuseapp — ha dichiarato:
Questo aumento di capitale rappresenta molto più di una spinta economica: è il segnale che anche il mondo della finanza e dell’imprenditoria crede nel valore dell’innovazione culturale. Nei prossimi mesi sarà per noi l’occasione di portare Amuseapp fuori dai confini italiani e dimostrare che anche i musei più piccoli possono offrire servizi di livello internazionale. In tutto questo, la nostra stella polare resta sempre la stessa: fare in modo che tutti i visitatori possano vivere un’esperienza culturale chiara, accessibile e realmente comprensibile.
Calcio e personal brand
Cristiano Ronaldo è stato tra i primi a trasformare la sua identità in un marchio globale: CR7 da un numero di maglia si è trasformato in un ecosistema commerciale fatto di moda, alberghi, palestre e profumi.
Mesut Özil, con il suo marchio M10, ha esteso la sua influenza oltre il campo, aprendo linee di abbigliamento, un team di eSport e fondazioni benefiche.
E ancora Memphis Depay ha trasformato la sua carriera in un progetto creativo a tutto tondo, mescolando calcio, musica, moda e storytelling personale: un artista atleta.
Tutti questi casi dimostrano che il valore di un professionista non è più solo nella performance, ma nella narrazione che la accompagna. L’immagine, la coerenza, la riconoscibilità di un messaggio contano quanto il risultato tecnico.
E questo non vale solo per gli sportivi.
Anche CEO, founder e C-level oggi non comunicano più solo “a nome del brand”: diventano un brand.
Il modo in cui si raccontano, la costanza con cui si rendono visibili, le idee che condividono pubblicamente diventano parte integrante del valore percepito dell’impresa.
Scaling Tales, l’agenzia che cura questo editoriale, nasce proprio per questo: aiutare chi guida a costruire una presenza autorevole e strategica, senza sacrificare tempo o lucidità.
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