L'Insalata di CEO | 26.10.2025
Questa settimana: un nuovo round per Volta, una joint venture da 10 miliardi nel settore europeo dello spazio e un CEO che racconta perché non voleva fare il CEO.
Questa settimana: un nuovo round per Volta, una joint venture da 10 miliardi nel settore europeo dello spazio e un CEO che racconta perché non voleva fare il CEO.
Volta accelera con altri 5 milioni
Secondo round in meno di un anno per Volta, la startup italo-francese che sviluppa soluzioni AI per automatizzare le vendite B2B.
Dopo un pre-seed da 6 milioni, ha appena raccolto altri 5 milioni di euro, guidati dal fondo americano RTP Global (totale 11 milioni).
Volta fornisce strumenti predittivi e di automazione per ottimizzare i processi di vendita all’ingrosso. Opera in un mercato che, secondo Netcomm, in Europa vale oltre 1.600 miliardi di euro nel 2025, circa il doppio dell’e-commerce B2C (oltre 840 miliardi).
Mario Parteli — CEO e co-founder di Volta — ha dichiarato che la nuova iniezione di capitali:
permetterà di portare rapidamente a distributori e aziende manifatturiere i più avanzati strumenti per ottimizzare le vendite, supportandoli anche nella relazione con le loro reti di agenti. Le risorse raccolte accelereranno lo sviluppo del prodotto in questa direzione, con una forte integrazione dell’AI che potenzierà ogni funzionalità, e aiuteranno a spingere il go-to-market in Italia e Francia.
Una nuova alleanza per lo spazio europeo
Leonardo, Airbus e Thales uniscono le forze per creare un gigante da 10 miliardi di euro.
La nuova joint venture — battezzata Project Bromo — consoliderà le divisioni spaziali dei tre gruppi in una sola società con sede a Tolosa e 25.000 dipendenti in Europa.
Il nuovo soggetto industriale, operativo dal 2027, partirà con un fatturato aggregato di 6,5 miliardi di euro e un portafoglio ordini già superiore ai tre anni di ricavi.
L’obiettivo dichiarato è offrire un’alternativa europea a colossi come Starlink (10.000 satelliti già in orbita) e rispondere alla crescente pressione competitiva da parte della Cina.
In una dichiarazione congiunta Roberto Cingolani, Guillaume Faury, Patrice Caine — rispettivamente CEO di Leonardo, Airbus e Thales — hanno dichiarato:
La sigla della partnership è in linea con le ambizioni dei governi europei nel voler rafforzare le proprie risorse industriali e tecnologiche, garantendo l’autonomia dell’Europa nel settore spaziale e nelle sue applicazioni. Le persone saranno al centro di questa iniziativa e beneficeranno di migliori opportunità, potendo contare sulla forza generata dall’unione dei tre player leader nel settore.
CEO a malincuore
Secondo una ricerca Fortune, l’82% dei manager ha assunto il proprio ruolo “per caso”: senza formazione specifica, ma semplicemente perché tecnicamente competenti o già al centro delle attività operative.
Lo sa bene Dustin Moskovitz — co-founder di Facebook e poi CEO di Asana — che dopo 13 anni ha deciso di lasciare la guida della sua azienda. Ha raccontato:
L’ho trovato davvero estenuante. Non mi piace gestire team; avevo immaginato per me un ruolo più indipendente, magari come Head of Engineering… Poi, come spesso accade, una cosa ne ha portata un’altra e mi sono ritrovato a fare il CEO per tredici anni.
E alla domanda sul perché allora non si è dimesso prima, ha risposto:
Il mondo intanto diventava sempre più caotico — la prima presidenza Trump, la pandemia, tutte le tensioni razziali — e questo ha reso il lavoro molto diverso: essere CEO significava sempre meno costruire un’azienda e sempre più reagire ai problemi, gestire emergenze, affrontare ogni giorno qualcosa di nuovo.
È tutto, 
la redazione dell’Insalata di CEO





