Vacanze di CEO | Edizione Speciale
Tra barbecue, villeggiature in mari cristallini, un calice e un altro, tre storie di CEO: spaccati di vita di esseri umani eccezionali da leggere a bordo piscina per stimolare la mente.
Tra barbecue, villeggiature in mari cristallini, un calice e un altro, tre storie di CEO: spaccati di vita di esseri umani eccezionali da leggere a bordo piscina per stimolare la mente.
La programmazione tradizionale di Insalata di CEO riprenderà domenica 31 agosto.
Un’autostrada di informazioni
Ottobre 1993.
Il giornalista John Seabrook invia un messaggio a billg@microsoft.com. Poche ore dopo, Bill Gates — che legge in prima persona tutte le sue e-mail — risponde, iniziando una lunga conversazione sul futuro della tecnologia, della comunicazione e del mondo.
Gates, all’epoca trentottenne, è in continuo movimento — fisico e mentale — tra i corridoi del Microsoft Campus. Persino le sue “vacanze” sull’Hood Canal, un fiordo dalle acque profonde vicino a Seattle, sono caratterizzate da letture infinite di pile di documenti. Le chiama think week.
Ann Winblad — donna d’affari, all’epoca fidanzata di Gates — dice di lui:
Bill just doesn’t think about clothes. And his hygiene is not good. And his glasses—how can he see out of them? But Bill’s attitude is: I’m in this pure mind state, and clothes and hygiene are last on the list.
Questo giovane uomo, trasandato ma in uno stato mentale puro (come dicono le persone intorno a lui) ha già capito tutto sui prossimi trent’anni di tecnologia:
How you gather, manage, and use information will determine whether you win or lose.
Dentro la mente di un visionario.
La visione in giacca nera
Maggio 2011.
Purchase, Stato di New York. La sede di PepsiCo sembra più un ministero di un Paese membro dell’OCSE che la casa di marchi come Lay’s e Gatorade: sette cubi bianchi uniti agli angoli, giardini giapponesi, sculture monumentali.
In un angolo del terzo piano, dietro una grande vetrata sospesa, lavora Indra Nooyi. Alta, elegante, vestita in abiti sartoriali e tacchi neri lucidi, Nooyi è la prima donna, la prima straniera e la prima vegetariana a guidare PepsiCo.
Lavora venti ore al giorno.
Se dormo più di quattro ore, sento di sprecare tempo.
Canticchia i Beatles e gli Everly Brothers nei corridoi e tiene una piccola statua del dio Ganesh nel suo ufficio.
La sua idea fissa è che PepsiCo debba essere the good company.
Non basta fare cose buone da mangiare, dobbiamo fare cose buone, punto.
Performance with purpose è il motto proiettato sugli screensaver aziendali e al centro di ogni sua decisione: Nooyi vuole portare i prodotti good for you – a base di cereali, frutta, latte – da 10 a 30 miliardi di dollari entro il 2020.
Ritratto di un uragano benefico.
Il principe di Solomeo
Gennaio 2010.
Roma. Nella sala dorata del Quirinale, tra schiere di completi blu Brioni e gessati Zegna, Brunello Cucinelli si presenta con giacca grigio piccione, pantaloni chiari e stivaletti color cammello.
Non si ferma molto all’incontro con il Presidente Napolitano: deve tornare a Castel Rigone, paese dove è nato, per non mancare alla partita di calcetto.
È il principe di Solomeo, il borgo umbro che ha restaurato pietra per pietra, trasformando il castello in una fabbrica e una villa rinascimentale in una mensa comune.
Le sue giornate iniziano alle sei, con un giro del paese insieme al capocantiere per decidere i prossimi interventi di rigenerazione. Poi lunghe ore in azienda, dove i dipendenti pranzano con vino e minestre servite in una sala a volta e possono tornare a casa per la siesta.
Il pomeriggio è per lo studio: Kant, Seneca, San Benedetto e altri autori che affronta da autodidatta.
Vorrei fare profitto usando etica, dignità e morale. Credo nel capitalismo, ma lo vorrei un po’ più umano.
Cucinelli cita spesso Obama come “il nuovo Marco Aurelio” e sogna un “principato illuminato”, in cui il lavoro renda la vita più bella. In piazza e lungo i vicoli, lastre di ceramica riportano massime di Adriano e Shakespeare. A casa, i busti di Socrate e Aristotele dividono il camino con uno spazio riservato al Presidente americano.
Dagli anni ‘80 la sua impresa è duplice: vendere capi di abbigliamento e creare un luogo dove arte, impresa e comunità siano un’unica cosa.
Cronaca di un imprenditore umanista.
È tutto!
Questo editoriale è stato curato da Scaling Tales.
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La redazione dell’Insalata di CEO.